Fotografo Sub con Modelle underwater
La scelta della figura femminile come perno di queste foto è sì una
scelta estetica ma affonda le sue radici più in profondità. L’acqua da
sempre è legata all’archetipo del femminile, e le immagini hanno una via
privilegiata di accesso agli archetipi umani. Il movimento, i colori e i
dettagli di queste immagini rimandano a una dimensione mitologica: non è
una modella bensì una trasposizione antropologica dell’immaginario
dello spirito dell’acqua stessa. Risuona del mito delle Sirene, ma anche
di Medusa, di Ondina, di Mamywater e tanti altri.
Una donna si specchia nell’Infinito, la domanda potrebbe essere: “è
immersa nell’acqua o nell’Universo?” Il filosofo Gaston Bachelard
afferma che “l’infinito nei nostri sogni è ugualmente profondo nel
firmamento e sotto le acque”. In questa foto le bolle sono le stelle, il
riflesso siamo noi nell’infinito. I colori alchemici qui racchiusi
suggeriscono un processo di trasformazione e creazione di se stessi, in
effetti siamo figlie e figli dell’acqua. L’acqua è l’elemento
“femminile” per eccellenza: accoglie, protegge e nutre ancora prima
della nascita.
Alla fotografia vanno riconosciute altissime potenzialità per ricondurre
la sua vocazione originaria di dispositivo del pensiero,
dell’immaginazione e della memoria, come afferma Anna D’Elia. Ci
fornisce un inesauribile viaggio nel mondo della visione e dell’incanto,
tra paesaggi veri e fantastici. La potenzialità della fotografia esige,
da parte del fotografo e dello spettatore, la costruzione di uno
sguardo capace di condurlo all’interno dell’immagine in maniera attiva,
sollecitandogli emozioni che lui stesso potrà tradurre in storie. Il
nodo sta nello sguardo. Le immagini collegano visibile e invisibile,
storia personale e collettiva, pensiero razionale e memoria inconscia.
Occorre entrare in contatto con lo stupore.
E che dire di queste Sirene divenute reali? Reali nel senso che
potrebbero esistere sul serio, ma anche reali nel senso di regali.
Regina di se stessa, innamorata di se stessa, potremmo considerare
questa sirena l’emblema della cultura individualista di oggi
rappresentata con un gusto estetico molto attento. E l’altra sirena, con
la testa fuori dall’acqua, con chi starà parlando? Cosa starà
guardando? È in contatto con l’umano mondo? Appena l’ho vista mi ha
ricordato la storia di Tomasi da Lampedusa, nella mia immaginazione essa
è Lighea. È questa, a mio parere, la forza delle foto di Simone
Pollastrini: riesce a rendere percepibile e vivido un immaginario di
grande potenza. Ogni foto è l’incipit di una storia, sono figure sempre
vive che racchiudono in sé un passato e un futuro. Sono immagini che
parlano alla nostra possibilità di stupirci ancora e sognare,
un’immagine che apre alla potenzialità e all’infinito.
Articolo realizzato da Jenny Gioffre' Serialdiver.com: L Anima Acquatica