La mia fotografia Subacquea
E Il formato Raw nelle foto subacquee: i vantaggi per la post-produzione
Il file Raw della nostra reflex ha il compito di immagazzinare i dati di ogni pixel in maniera felele con nessuna alterazione software i file risultano poco contrastati bassa itidezza e colori assenti.
Dobbiamo anche dire che le nostre reflex non sono nate per la
fotografia subacquea e spesso in queste condizioni vengono fatte
lavorare in condizioni limiti tecnici sia di luce che di colori ,quindi
in questi casi e' importante sempre scattare in raw .
Ecco che a questo punto abbiamo bisogno della post produzione, che
per me significa migliorare e valorizzare un’immagine, togliendo
eventuali elementi di disturbo (particelle in sospensione , rumore ecc ) e risolvendo i problemi tecnici insorti
nel momento dello scatto; regolando i valori del bilanciamento del
bianco, del contrasto, delle luci, delle ombre, ottimizzando la
nitidezza, la saturazione dei colori.
Non Sono un fotografo
subacqueo ma con le mie esperienze ho capito dell importanza della post
produzione delle fotografie realizzate sott acqua. Questo tipo
di fotografia necessita maggiormente di un corretto sviluppo che possa
trasformare una normale fotografia in uno scatto eccezionale.
In questo anno ho maturato nozioni tecniche ed una conoscenza dei
software tale da poter consigliare e risolvere molte dei miei problemi
che si presentano durante lo sviluppo delle immagini subacquee sia in mare che in piscina .
L’acqua è più densa dell’aria, è più pesante dell’aria, la matita nel bicchiere pieno d’acqua appare spezzata. Ma come influisce l’acqua sulla fotografia subacquea? Lo scopriremo in questo primo articolo durante i miei esperimenti sott acqua.
Come sappiamo la luce del sole e' e' una luce composta da una parte di ultravioletto , visibile e infrarosso . Alcuni materiali come l' Acqua Si comportano da filtro e quindi alcune componenti visibili e non , vengono filtrate .
Quando
la luce incontra la superficie del mare una certa quantità è
riflessa in funzione dell'angolo di incidenza. Più l'angolo
d'incidenza si avvicina ai 90º (ovvero perpendicolare alla
superficie dell'acqua) maggiore sarà la penetrazione e minore la
frazione riflessa. L'angolo d'incidenza cambia con la latitudine con
le ore del giorno e con le stagioni.
La luce che penetra
all'interno dell'acqua modifica la sua intensità luminosa e la sua composizione spettrale (lunghezza d'onda) per
effetto di diversi tipi di assorbimento.
Il primo è legato alla
riflessione della luce da parte di particelle (inorganiche e
organiche che siano) in sospensione: acque con molto materiale in
sospensione hanno una scarsa trasparenza che determina, per
riflessione, una estinzione della intensità luminosa molto rapida ,a
circa mezzo metro di profondità questa intensità si è dimezzata.
Nelle acque oceaniche più trasparenti il 99% della radiazione solare
è assorbita nei primi 100-150 m. Il secondo fenomeno di
modificazione della luce penetrata nell'acqua è legato
all'assorbimento selettivo da parte dell'acqua delle diverse
lunghezze d'onda che compongono lo spettro del visibile.
Questo
include tutti i colori dal violetto al rosso compresi tra 400 e 700
nm .
I colori, come è sempre accennato in tutti i manuali , sono fermati alle varie profondità a partire dal rosso. È questo il primo colore ad essere ostacolato dall’acqua e sparisce già dopo i primi 7 m. Aumentando la lunghezza del percorso che la luce compie, anche altri colori poi spariscono via via.
L’arancione potrà arrivare fino a circa 10 m; il giallo fino ai 20 m e il verde fino anche a 50 m. Da quella profondità in poi, il paesaggio sottomarino sarà solo caratterizzato dal colore blu.
Nella fotocamera digitale si vedono spesso i controlli per il “bilanciamento del bianco” ossia per consentire alla fotocamera di interpretare i colori nel modo adeguato eliminando le dominantivcromatiche dovute alla luce che, anziché bianca, può essere colorata.
Il vantaggio, rispetto alla fotografia a pellicola, il digitale consiste appunto nel poter correggere automaticamente i colori e ridare loro un aspetto più simile aquello reale.
A questo punto parrebbe che la fotografia digitale risolva tutti iproblemi; in realtà esistono dei limiti oltre i quali non ci si puòspingere: la fotocamera può ridurre l’intensità di una componente cromatica, per esempio il blu, se questa predomina sulle altre ma certamente non può creare il rosso laddove questo è totalmente assente.Questo primo problema può essere parzialmente risolto mediante l’uso del flash o di una reflex modificata Dualspectrum la quale piu sensibile al rosso .
Dicendo in precedenza che i colori sono assorbiti in funzionedella quantità d’acqua attraversata dalla luce, si intendeva dire che non importa da quale direzione la luce proviene; ciò che conta è ladistanza che la luce percorre sott’acqua.
Figura 1: in questa foto, Nikon D800 WB Auto ,no flash scattata all’incirca a 5 m di profondità, si nota che gli scogli più lontani appaiono privi di colore nonostante, essendo alla medesima profondità, ricevano dalla superficie la medesima luce di quelli in primo piano
Assorbimento e diffusione
Sono questi altri spiacevoli fenomeni legati all’acqua.
L’assorbimento si riferisce alla trasformazione della luce che, come si
sa, è costituita da onde elettromagnetiche in calore. L’assorbimento è un fenomeno che, in funzione della
distanza coperta dalla luce nell’acqua, comporta una diminuzione della
quantità di luce. In parole povere… più si scende e più è buio. Va tenuto presente però che, in assenza di
una sorgente luminosa, il flash, ci sarà meno luce a disposizione per la
fotocamera così che si avranno tempi di posa sempre più lunghi
all’aumentare della profondità. Un altro fenomeno che occorre tenere
presente è dovuto alla presenza nell’acqua di materiali in sospensione.
Micro organismi, quali il plancton, sono sempre presenti. In aree
tropicali il periodo della riproduzione dei coralli è caratterizzato da
grandi presenze di uova disperse nell’acqua, ma la vera “regina della
nebbia” è la sabbia.
La luce, colpendo i materiali in sospensione, viene infatti riflessa inogni direzione così che tutto appaia sfocato e privo di dettagli .
Visto che la diffusione, anche nelle migliori condizioni climatiche, è un fenomeno che riduce i dettagli e la nitidezza dei soggetti lontani,risulta evidente che per ovviare si ha una soluzione unica: lavorare adistanza molto ridotta fotografando così i soggetti stando loro vicini.
Ora è chiaro, che un subacqueo che adottae' quello di avvicinarsi maggiormente ai soggetti .
Resta però un fatto importante: con le normali custodie, tutti gliobiettivi aumentano la loro lunghezza focale riducendo così l’angolo diripresa e costringendo, per fare stare tutto il soggetto in unfotogramma, a riprendere da distanze maggiori rispetto a quanto sifarebbe sulla terra.
L’acqua e la rifrazione della luce
Gli oggetti sott’acqua appaiono più grandi di circa 1/3 rispetto a come
apparirebbero se osservati sulla terra ferma.
Ciò ha effetto anche sugli obiettivi? Quali sono le cause di questo effetto? Quali le conseguenze per il fotografo subacqueo?
Ecco le domande che solitamente ci si pone sentendo questa affermazione se si è anche fotografi subacquei.
Alla base di questo fenomeno c’è il principio della rifrazione.
Per descrivere in modo molto semplice, quando un raggio di luce colpisce
la superficie dell’acqua perpendicolarmente, esso penetra la superficie
senza problemi. Se il raggio è invece inclinato una parte della luce
viene riflessa dalla superficie dell’acqua e solo una parte penetra
verso il fondo. In funzione dell’angolo con cui la luce colpisce la
superficie, in questo
caso dell’acqua, si avrà una maggiore o minore parte di luce che giunge sul fondo. Ciò, non verificandosi quando
i raggi di luce sono perpendicolari alla superficie, spiega perché
quando il sole è alto nel cielo sulla verticale che si ha la massima
quantità di luce in profondità
.
L’influenza della rifrazione in fotografia
È evidente che, essendo gli obiettivi molto simili agli
occhi umani, l’influenza della rifrazione è avvertita anche in
fotografia.
Tutto, parlando di vista umana, appare più vicino o più grande quando
sott’acqua e allo stesso modo accade anche per la fotocamera sia essa
digitale che tradizionale. In questo caso, le fotocamere più
svantaggiate, anche se è possibile attuare delle contromisure, sono le
reflex digitali. Per ora è comunque meglio concentrarsi solo su quanto
applicabile in tutte le circostanze e con tutte le fotocamere. Quando la fotocamera è
utilizzata in ambiente terrestre ha una angolo di ripresa caratteristico
e questo non subisce alcuna variazione. L’angolo è quello determinato
dalla lunghezza focale dell’obiettivo. Obiettivi con una lunghezza
focale ridotta hanno un angolo di ripresa molto ampio e sono adatti a
riprendere, per esempio, panorami. Obiettivi con angolo di ripresa molto
ampio sono i teleobiettivi e sono adatti soprattutto a riprese a
distanza.
Detto ciò, la prima deduzione logica è che per la foto subacquea sono da
preferire obiettivi grandangolari così da potere stare piuttosto vicini
al soggetto evitando i problemi dovuti alla diffusione e
all’assorbimento selettivo della luce.
La luce incontrando l’acqua
“piega” avvicinandosi alla perpendicolare del piano che separa l’acqua
dall’aria ossia, nel caso della custodia, in corrispondenza del vetro.
Questo comportamento avverrà anche fotografando, e si avrà come risultato un angolo di ripresa inferiore.
Ecco che l’angolo di ripresa, diminuendo, trasforma il comportamento
dell’obiettivo rendendolo più simile a quello di un teleobiettivo.
La mia attrezzatura fotografica
Easydive pro leo2
Spesso mi chiedono perché ho scelto Easydive per la mia fotografia ...
È una risposta che ha diverse motivazioni ,ma la principale e' quella di avere la possibilità di inserire nella stessa custodia diversi modelli di reflex , io che ho decine di reflex modificate ho la necessita' di una custodia versatile e robusta .
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Alcuni scatti realizzati con Nikon D800 Dualspectrum con EasyDive pro leo2